Solo male minore?

Che futuro può avere una società, un Paese, se al loro interno si spezzano i legami più semplici, profondi e vitali? Se incapaci di solidarietà per la vita, soprattutto se piccola e fragile, siamo già sconfitti.
Chiedetelo a un bambino, chiedetelo a una mamma lasciata nel suo dramma e a una mamma che ha trovato il coraggio di reagire e di fare spazio fino in fondo, fino a vedere il volto del suo bimbo o della sua bimba. Chiedetelo, per favore. Sarete sorpresi dalla verità della nostra autentica umanità.

La Chiesa dalle genti: quando e come

Eravamo abituati a far coincidere la chiesa entro i confini della singola parrocchia, con la gente dei nostri cortili e delle nostre strade, conoscendoci tutti o quasi da vicino, appartenendo insieme alla società civile e alla chiesa dentro una forma di cristianità in cui tutti sono battezzati, sposati in chiesa, iniziati alla fede con un ritmo condiviso che si confermava ogni volta per abitudine indiscussa.
Gli altri erano i lontani, quindi sconosciuti… le nostre comunità hanno cambiato pelle e colore, perché sono cambiati gli incontri nel quotidiano… non solo perché sono venute da lontano altre persone, ma perché molti vicini si sono sradicati e dispersi, perché il legame tra fede e vita si è ulteriormente sciolto e dissolto e ci si trova tra conoscenti la cui prassi e i cui costumi sono estranei alla fede o addirittura opposti.
“Le genti” sono tutti coloro che pur vicini di casa, di parentela, di cultura occidentale, non riescono più a interpretare il vissuto nella luce della fede. Sono diventati diversi, ma non ci devono restare estranei. “La chiesa dalle genti” è quindi espressione da allargare includendo non solo i venuti da lontano geograficamente, ma i vicini che nel frattempo hanno cambiato mentalità.

Il mio cortile e dintorni

Quando ero piccolo, il cortile in cui abitavo, diviso in due parti come proprietà, presentava anche altre diversità al suo interno: una parte era ancora abitata e lo sarebbe stata per qualche decennio ancora e una parte era dismessa, coi resti di un mulino evidenti per la grande macina che sembrava sovrastare tutto e permettere a noi di giocarvi, stalle senza più animali, mangiatoie vuote, camini ormai spenti, uno spazio curioso per i bachi da seta, alcune ringhiere spesso con biancheria a stendere, una tettoia rumorosa, una cisterna come “abisso” per bambini, vasi per gerani, il nido delle rondini, animali di casa e di cortile…

Che rapporto

La chiesa fa, celebra l’eucaristia, ma l’eucaristia rinvigorisce la chiesa per essere realmente comunione fraterna, solidale e generosa, riconoscendo in modo chiarissimo che il Corpo di Cristo crocifisso, morto, Risorto, vivente, è presente sacramentalmente nell’eucaristia e viene riconosciuto, amato e servito nella concreta e sofferta condizione di tanti fratelli e sorelle nella sofferenza, fragilità, malattia…

Mi hai preparato un corpo

Se Gesù non avesse avuto un corpo come il nostro, non avremmo potuto conoscerlo e incontrarlo e seguirlo e imitarlo dentro la nostra umana esperienza, la nostra storia personale e comunitaria.
Avremmo solo continuato a coltivare un’idea di Dio, avremmo inventato forme di accesso a Dio, ma senza certezze.
Invece ecco il grande dono: il Figlio di Dio si è fatto uomo come noi, in Lui troviamo luce e salvezza, comunione, fraternità e futuro, non come una scommessa, un sogno, un desiderio, una fortuna, ma come il compimento della nostra umanità nella sua umanità.

Quando la strada si stringe

La strada potrebbe stringersi fino a decidere chi curare e chi no?
Potrebbe stringersi fino al punto che, per libera scelta, per decisione personale, uno di noi decide di lasciare il suo posto dando precedenza a un altro, più giovane, con famiglia, più sofferente?
Potrebbe stringersi, sì!
Non c’è amore più grande di chi dona la propria vita…..

Virus antivirus preghiera

Vogliamo il più presto possibile la vittoria dell’antivirus e magari per questo scopo, sacrosanto, abbiamo cominciato a dire qualche preghiera in più, magari anche a mettere piede in chiesa in qualche giorno feriale un po’ triste o sconsolato, a invocare qualche santo dimenticato.
Che cosa ci muove? La preoccupazione? La paura? Il senso di sconfitta e impotenza? Sono sentimenti che ci possono , ci creano affanno e una sorta di impotenza insuperabile spingendoci anche a recitare qualche preghiera, soprattutto se temiamo che il virus intacchi una persona cara, entri in casa, ci cambi o addirittura ci tolga la vita.