PADRE ITALO NUOVO VESCOVO

Festa a Valmadrera, 18 luglio 2021

 

“Perché non ha parlato?” Diverse persone mi hanno fatto questa domanda sia dopo la messa solenne del neo Vescovo Padre Italo sia dopo il rinfresco servito all’oratorio. Nemmeno a queste domande mi è riuscito di rispondere.

Ci provo adesso, oltre tutte le intense emozioni di questo giorno benedetto e sorprendente. Anche questo è grazia.

Contenuti e significati non sarebbero mancati, ne dalla parola di Dio ne dalle dimensioni di questa originale e unica, finora almeno, esperienza di vedere che un ragazzo del “tuo” oratorio viene annoverato tra i successori degli apostoli.

Proprio questo ti colma di qualcosa di incontenibile e indicibile: da qui il silenzio, mentre tutto mi era presente e mi interpellava.

Tutto stava dentro questa Eucaristia, Pasqua di Gesù per tutta l’umanità.

 

 

Ma quante volte abbiamo messo al centro di tutto proprio l’Eucaristia, quando invece la stagione della contestazione tentava di capovolgere tutto, di ridurre i momenti di silenzio orante e adorante, di scardinare i cardini della vita cristiana!

E invece abbiamo intensificato la proposta formativa e il Signore ha suscitato e donato il coraggio gioioso di consacrare la vita a Lui.

Non sono concetti, non sono scommesse, è il frutto della grazia in tempi di profondi sconvolgimenti, è il volto gioioso di chi si è affidato al mistero dell’amore di Dio che inabitando i nostri cuori li rende disponibili ad essere testimoni del suo stesso amore.

Ed è stato il Signore, non la nostra progettualità, a spalancare il cuore di tanti di noi togliendo ogni paura di fronte alle responsabilità ecclesiali, civili, sociali per spendere la vita nella forma del servizio e della consacrazione.

Lo stemma scelto dal Vescovo Italo

 

Il mio cuore era e resta colmo di gioia per questo nuovo dono dato a Padre Italo per il servizio apostolico nella chiesa in cui è stato chiamato come Vicario Generale a servire con l’ordinazione episcopale.

 

Quanti eravamo questa mattina?

Non mi interrogavo direttamente in questo modo, ma piuttosto accoglievo e riconoscevo il dono che ognuno ha di prendersi cura degli altri. Rivedevo e rivivevo frammenti di storie, vicende vocazionali, mi ritrovavo dentro una pienezza spiegabile solo col cibo eucaristico, con la freschezza della parola di Dio, con la pazienza di cammini impegnativi e belli, riemergevano grazie nascoste, toccavi lo spessore delle prove e della fedeltà per comprendere sempre di più come e perché il Signore chiama arricchendo di gioia chi gli risponde senza condizioni.

 

Ripassavo nel confessionale come il luogo più bello in cui il Signore ricrea le sue creature nella misericordia.

 

Dovrei sempre di più pregare lodare e ringraziare.

 

Grazie a Italo, a tutti i Padri Somaschi, alla famiglia e agli amici, in particolare i suoi coetanei.

Grazie però a chi mi lascia il tempo di lodare il Signore senza uscire dalle vicende di ciascuna persona che oggi e in 55 anni di ministero mi hanno dato tanti motivi per lodare e ringraziare.

Questo testo ha molte lacune, ma il cuore orante non dimentica nessuno. Ogni giorno è più grande di quanto vi accade.

 Luigi Stucchi