Quando fiorisce la nostra umanità – 26 giugno 2021

L’ Opus Dei, l’opera di Dio, fa fiorire l’umanità sui sentieri della santità, sapendo che tutti gli ambiti della vita e della esperienza umana sono ambiti, sentieri, circostanze in cui la santità di Dio opera per far risplendere in ogni persona la sua vivente immagine nella quotidianità, nella normalità, nella piccolezza.
Il Signore per intercessione di San JOSEMARIA, il santo della quotidianità, faccia rifiorire tutta la nostra umanità, anche nelle situazioni e condizioni più difficili e sofferte come quelle che ci hanno messi alla prova in questo ultimo tempo.

Festa del Corpus Domini è mistero di comunione – 3 giugno 2021

Celebriamo, partecipiamo, ci nutriamo di un cibo che è segno efficace di comunione che fedelmente ed efficacemente ci trasforma in una esperienza reale di comunione effettiva.
L’efficacia legata all’Eucaristia sta nella crescita e nello sviluppo di una esperienza reale di comunione: se prevale la divisione, se rimangono estraneità e rifiuti, se la nostra umanità non diventa bellezza attrattiva di comunione, vuol dire che rimane solo una pratica esteriore.
L’alleanza nuova ed eterna consumata, compiuta nel sangue di Cristo è il paradigma permanente per cieli nuovi e terra nuova. L’unico pane e l’unico calice tendono a trasformare tutto l’umano secondo la grazia e il paradigma di comunione.
Più eucaristia, più carità, più umanità.

Daniela che ha conosciuto il Signore

Dio lo si conosce e si fa conoscere a poco a poco, con pazienza e delicatezza. È necessario un cammino, un incontro vivo e personale, un ascolto e un passo ogni volta, per sperimentare in modo vitale chi è, come è, quanto conta e quanto ti ama, questo Dio sconosciuto che si svela e si dona in Gesù, come avviene in questa Eucaristia: “…lo riconobbero allo spezzare del pane”.
Oggi la nostra Daniela dice il suo si al Signore grazie al cammino maturato con la Famiglia religiosa delle Figlie e dei Figli del Cuore Immacolato di Maria a cui siamo molto grati e consegna la sua vita e il suo cuore con un nuovo vincolo e dono di amore al Signore. Per sempre!

Come non stupirci?

Qui convocati per celebrare la Pasqua del Signore, fidandoci del suo amore, possiamo essere ancora una volta sorpresi dalla sua presenza e attratti dal suo amore, illuminati dalla sua parola di vita e “sedotti” nella vera libertà dello Spirito. In questa domenica della misericordia noi alimentiamo la speranza, perché Dio perdona e accoglie. Riconosciamo il dono della vita consacrata al Signore che si manifesta nella esperienza e nella risposta delle nostre due sorelline che vivono la loro prima professione e ricevono in dono il nome nuovo: suor Maria Lucia di Gesù misericordioso e suor Maria Cecilia del SS Sacramento.

Monasteri: insopprimibile respiro spirituale

Il nostro Paese, il “Bel Paese”, nonostante presenti spesso il conto dei suoi disastri idrogeologici a motivo di disattenzione o sfruttamenti illeciti del suo suolo, presenta tuttora moltissimi spazi incantevoli e attraenti capaci di ridare respiro, di purificare l’aria, di ritrovare stupore e sorpresa. Sono, questi “luoghi”, abitati e vissuti da persone che sembrano diventate estranee al mondo, talvolta perfino al prossimo, rischiando di essere valutate come energie sottratte alla carità operosa necessaria ancor più in un tempo come il nostro che vede moltiplicarsi le forme e condizioni di povertà.

Giorni di morte e giorni di vita

Come uscire e ritrovare certezze, come afferrare la vita senza impoverirla, ma per donarla, come comporre un equilibrio più impegnativo perché più bello e soprattutto decisamente vero: con quale regia e a quali condizioni. Ecco le domande che incalzano e inquietano.
Così si riconciliano giorni diversi e opposti, si scopre che proprio in Cristo e non nel numero o nelle fortune dei giorni terreni si da compimento alla vita. Si vive la bellezza di relazioni profonde. A Cristo Risorto affidiamo i nostri cari per sempre. Il Signore ce li custodisce fino al giorno in cui anche noi staremo sempre con Lui.

Beata Veronica Negroni

Direi che esiste una perfetta e bellissima circolarità tra Veronica e la parola di Dio, come del resto dovrebbe essere per ciascuno di noi. Infatti lo scopo stesso della celebrazione è di vivere quello che il Signore ci vuole dire. Non c’è solo la luce della parola ma anche la luce della testimonianza che in Veronica è veramente illuminante, forte e intensa, fino al punto da corrispondere e coincidere con gli atteggiamenti e i sentimenti di Gesù stesso.
È infatti impressionante la somiglianza tra i due, Gesù e Veronica.
E non dovrebbe essere così per ogni cristiano?

A Seregno cento anni di adorazione

CENTO ANNI DI ADORAZIONE ! Indescrivibili, si tratta di una irradiazione silenziosa ed efficacissima dello stesso amore infinito di Dio, rivelato e conosciuto grazie alla Pasqua di Gesù e che arriva fino a noi grazie alla celebrazione eucaristica la cui efficacia non viene mai meno, ma continuamente e silenziosamente, di giorno e di notte, vuole toccare il nostro cuore per far ardere anche in ciascuno la stessa fiamma di amore.

La Chiesa da…..? – 7 luglio 2020

La Chiesa è, e quindi ha un dinamismo vitale in diverse relazioni che insieme collocano e spiegano un dinamismo impressionante e incontenibile, che è il dinamismo stesso dell’amore di Dio proteso e lanciato per raggiungere e coinvolgere tutte le genti, ma partendo dall’interno della stessa vita trinitaria ramificandosi e dilatandosi verso tutta l’umanità.
È interessante e affascinante cogliere e riconoscere questo originale movimento che ha un suo centro nella Trinità, una sua tensione positiva, liberante e unificante, verso tutti i popoli della terra, grazie a una forma di azione, quella sacramentale, che “eucaristicamente” unisce passato e futuro, mettendo realmente in comunione di vita un mistero diversamente nascosto, quello appunto della Trinità e la vicenda di ogni popolo, cultura, condizione umana, lingua, razza e nazionalità diversamente estranee o addirittura opposte, ma che per questo dinamismo eucaristico diventano un unico popolo, il popolo del Dio vivente, il popolo che prende la stessa forma della comunione.

Fate questo…

Sarebbe molto bello che un cristiano, leggendo “Fate questo….pensasse subito a completare con le parole …in memoria di me “, non come una sorta di automatismo verbale, ma come il segno di una convinzione profonda e gioiosa, riscoprendo ogni volta che Egli è vivo e presente per rendere possibile a tutti una esperienza di comunione così vera ed efficace da renderci segno di una umanità trasformata dall’amore reciproco. Qui infatti si concentra tutto l’amore del Signore che, per raggiungerci personalmente nel tempo che scorre inesorabile, ha scelto di stare con noi nella forma eucaristica della sua presenza sacramentale.