ASCENSIONE:

“TUTTA L’UMANITÀ IN CRISTO”

Milano Carmelo, 16 maggio 2021

Molte nostre parole risuonano tutti i giorni, sono espressioni familiari, con queste ci si capisce, hanno una impronta di concretezza.
Altre parole ci sono estranee, le diciamo ma sembrano riferirsi a qualcosa di indefinito, quasi evanescente, il loro senso vero scompare e sono parole quasi inattuali, rarefatte.

Una di queste è proprio quella che indica la festa di oggi,
Ascensione, ma sembra lasciarsi dietro qualcosa di inafferrabile, qualcuno scompare o non si interessa più di noi.

Ma non è così, anzi il contrario: è venuto a prenderci, per affidarci un compito una missione, per mostrarci tutto l’amore che prova per noi, per inserirci in una storia di salvezza, per vincere per noi e con noi la lotta contro il peccato e la morte, per far risplendere ancora e per sempre la dignità originaria di ogni creatura umana nello stesso splendore originario e definitivo per sempre.

L’Ascensione ha questa concretezza e pienezza. Fa splendere come possibile e praticabile la più bella opera di Dio: la vita di ciascuno di noi destinata ad essere vita per sempre, vita piena ad immagine di Cristo crocifisso e Risorto, vincitore del peccato e della morte per sempre.

Questa è la realtà perché è la verità fatta carne in Cristo Gesù e destinata a illuminare ogni vicenda umana su questa terra:

TUTTA L’UMANITÀ IN CRISTO

Se il Verbo non si fosse incarnato non avremmo conosciuto il volto del Padre e non ci saremmo riconosciuti come figli di questo Padre e come fratelli tra noi.
Se non fosse Risorto dalla sua morte in croce non avremmo avuto speranza.
Se non fosse asceso al cielo non avremmo avuto futuro e non avremmo un compito e una missione su questa terra.
Se non avesse dato vita e forma alla chiesa saremmo solo destinati a vivere come una somma di singoli incapaci di uscire dalla loro agghiacciante e paralizzante solitudine.

Invece ecco nella Ascensione di Gesù al cielo la potenza che trae potentemente a se tutto il creato e ogni creatura nella stessa gloria del Padre.
Per riconoscere e sperimentare la bellezza di questa dignità e vocazione occorre diventare capaci dentro le vicende del mondo di coltivare la dimensione contemplativa della vita: solo con questa dimensione contemplativa si conosce il Signore, il suo mistero di amore, si partecipa della sua salvezza.

I monasteri, questo Monastero, sono prova e irradiazione per tutti della dimensione contemplativa, resi capaci di vedere e far vedere tutto nella luce del mistero di Dio e del suo amore.
Questo non si improvvisa, esige una disciplina di vita interiore, conferisce la capacità di respirare il mistero, grazie all’azione dello Spirito che vivifica e santifica.

Questo ha bisogno anche di maestri di vita contemplativa capaci di formare generazioni e generazioni.
Tra queste figure capaci di formare alla vita contemplativa nel monastero, ma con una profondità e intensità che la irradiano oltre le mura del monastero noi riconosciamo oggi la Madre Maria Emanuela, testimone e maestra di vita spirituale che il Signore ha chiamata a se per sempre, premio alle sue fatiche, frutto della sua sapienza che l’ha proprio resa madre della vita spirituale di tante persone dentro e oltre le mura del monastero.

Grazie a Lei, grazie a questo monastero.

† Luigi Stucchi

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