LIBERTÀ: DONO O DRAMMA?

Viboldone, 14 marzo 2021

 

Libertà: dono o dramma?
Ogni persona fa i conti con la propria fragilità e libertà e spesso riduce la libertà semplicemente al suo esercizio di fatto, senza riferimenti a motivazioni e significati morali.
Puro esercizio di una bellissima caratteristica umana, appunto la libertà, dono inestimabile, ma insieme spesso anche dramma.

Perché e quando un dono può diventare dramma?
Quando non significa nulla di rilevante, anzi la libertà, pensano oggi molte persone, per essere tale davvero deve essere solo libertà senza riferimenti etici.

La persona, libera per poter corrispondere e relazionarsi da persona umana, con chi l’ha chiamata alla vita, se espelle significati e valori distrugge se stessa e rimane condizionata dal nulla, dal vuoto, dall’assenza di valori.
Come se la libertà fosse fine a se stessa, cioè un vuoto senza perché, da riempire ogni volta in ogni attimo da una opzione passeggera.

Voi mi direte: che c’entra con i contenuti dei brani della parola di Dio di questa quarta domenica di Quaresima?

La prima lettura è storia del popolo di Dio con le sue sconfitte, deviazioni, peccati, perché esperienza generata da una libertà non illuminata dalla parola di Dio, spesso anche ribelle e opposta, così il disegno di Dio si oscura e viene tradito, dimenticato o capovolto addirittura. Un popolo che dimentica o si oppone a Dio distrugge liberamente se stesso, capovolgendo però il fine della stessa libertà.
Si diventa estranei, si diventa esiliati.
Il dono diventa dramma.

Quando pecchi liberamente smarrisci il senso della tua stessa vita. La libertà, sigillo inconfondibile di ogni persona creata come immagine del Dio vivente, se esercitata male calpesta la stessa dignità della persona umana e della storia dei popoli anche dal di dentro della storia del popolo di Dio.

Resta solo la nostalgia di Dio e anche il canto diventa triste, perché pianto di una libertà esercitata male.

Se liberamente diventi estraneo a Dio e quindi anche a te stesso e agli altri, Dio però non ti tratta da estraneo e non ti rimane estraneo.
Perché? Che se ne fa? Di te, di noi tutti, delle nostre storie di peccatrici e peccatori, dell’impatto complesso e inquieto, sofferto e drammatico della nostra umanità sempre più messa alla prova, spesso smemorata e svagata in balia di una libertà senza perché?

Dio è il garante e la fonte della tua stessa libertà!

“Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per le colpe -cioè per un esercizio non positivo della nostra libertà- ci ha fatto rivivere con Cristo…Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù” quindi capaci di esercitare per grazia una libertà ricca di amore a Dio e al prossimo. Una libertà che fa gustare il senso vero della libertà stessa, cioè rispondere all’amore del Signore ed essere salvati da questo amore senza misura.

Urge quindi consegnare la nostra libertà all’amore del Signore, rispondendo a Lui e praticando col cuore e con la parola del Dio vivente che fa vivere la nostra stessa libertà, che diversamente sfiorisce e lascia spazio alla violenza.
Se una persona non vive il senso cristiano della propria libertà diventerà anche incapace di riconoscere la dignità degli altri.

Convinti invece siamo che “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”
Così anche la nostra libertà non andrà perduta, anzi sarà ricuperato quanto è andato perduto.
Schiavi o prigionieri come siamo di ogni attimo fuggente come fosse un assoluto da godere ogni volta senza misura e senza significati etici, non riusciremo ad essere popolo di Dio, ma solo una somma di individui isolati e contrapposti, frammenti di una umanità perduta.

Come resistere ed essere salvati?

“Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”
Dalla nostra dispersione, dai nostri smarrimenti, dai nostri peccati, dalle nostre pandemie sanitaria, sociale, spirituale colmiamo occhi cuori gesti decisioni, quindi la nostra libertà e il suo quotidiano esercizio, della contemplazione del mistero che salva, il mistero della croce del Crocifisso per amore !

† Luigi Stucchi

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