Pubblichiamo in questa pagina due riflessioni di Mons. Stucchi dedicate all’amico Gianni Micheli: la prima in occasione della sua scomparsa, la seconda alla celebrazione della Santa Messa per il trigesimo della morte.

 

GIANNI e 14 LUNGHI ANNI DI SILENZIO

28 aprile 2021

 

Gianni, un amico, un uomo “corposo”, in tutti i sensi, fisicamente, come voglia di vivere, operoso e generoso, coraggioso e anche intraprendente, pronto per responsabilità sociali e civili non piccole, disponibile per impegni istituzionali, amministrativi, politici.

Rigorosamente senza trascurare la famiglia, che resta il primo e più promettente ambito di impegno e responsabilità, numerosa, calorosa, accogliente. Non è poco se si tiene conto che spesso, oggi, tante energie restano incagliate solo o prevalentemente nel privato.

Gianni, che vuol dire di fatto anche affidabilità, nel senso che su di lui si poteva contare per affrontare insieme prospettive nuove di sostegno, di solidarietà, di innovazione.

 

Una vita non per godere, ma per donare, mettersi in gioco, dare e condividere. Significati positivi che penetrano e si diffondono nella società per rinnovarla da dentro con la forza propositiva della testimonianza, come conversione culturale e sociale, fermento di futuro.

Di tutto questo la prima realtà che ne fruisce è la famiglia, ma proprio per questo è anche fermento di nuova società.

Così Gianni riempie di vita lo scorrere dei suoi anni e delle sue responsabilità: Anna, i figli, le loro nuove famiglie, i nipotini, cerchi concentrici che si allargano dilatando il bene che contengono.

Gianni Micheli (fonte: Leccotoday.it)

 

Ma un giorno tutto sembra fermarsi, inizia quello che sarà la condizione di stato vegetativo, tutto viene custodito nel silenzio, gli amici si ritrovano e pregano insieme, ma lo sviluppo della vita e delle relazioni non può fermarsi, si continua a sperare che tutto si sblocchi, ma passano 14 anni alla prova di tutto, curato prima dalle suore Misericordine nella clinica lecchese “Beato Luigi Talamoni” e poi all’istituto “Airoldi e Muzzi” sempre a Lecco.

14 anni dai sessanta ai settantaquattro ! Un quinto della sua vita.

Gianni vive, Anna sempre vicinissima, viene scritta di fatto la storia di un legame di vita con profondità impensabili, sembra anche con barriere insuperabili, eppure la vita c’è, radicalmente cambiata ma c’è e pochi giorni fa Gianni è entrato in Paradiso dove la vita è piena, dove tutto si spiega e si compie. Il cerchio non si è spezzato, ma solo aperto per una nuova definitiva pienezza.

Grazie Anna, grazie a tutta la grande famiglia, grazie al Signore che nutre la speranza e l’amore dei suoi figli anche nei momenti più aridi e inspiegabili.

Fin che la vita umana sta su questa terra, nessuno la può violare o estraniare, ma chiede sempre nel muto silenzio del suo inerme palpito di essere accolta e amata, servita fino in fondo.

Nessuno può sostituirsi a Dio, nessuno può impadronirsi dell’esistenza altrui, comunque essa sia.

 

Due infatti sono gli errori fondamentali: dimenticarsi di Dio e sostituirsi a Dio, pensando tragicamente che possiamo fare a meno di Dio.

Grazie a Gianni che sempre, col suo silenzio inerte, ha tenuto insieme tutti e forse proprio questo è il capolavoro dell’amore che apparentemente non comunica.

Ne esce una lezione di vita indiscussa, una testimonianza formidabile controcorrente: per la vita, sempre !

† Luigi Stucchi

Il funerale di Gianni (fonte: Lecconline.com)

 

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GIANNI MICHELI

“MISTERO DI DIO, MISTERO DELL’UOMO”

Lecco Basilica, 25 maggio 2021

Carissimi due grandi questioni sono presenti in questa celebrazione eucaristica per la quale sono grato a Mons Milani, don Davide, ad Anna e tutta la sua famiglia con Gianni, a tutti voi qui presenti.
La prima è la questione di chi sia davvero il Cristo, una questione che interroga e inquieta ogni cuore pensante e che noi riconosciamo con la stessa certezza di fede e di vita testimoniata dal Santo che onoriamo, San Dionigi, vescovo di Milano cacciato in esilio perché affermava la divinità di Cristo figlio del Dio vivente.
La fede non è una opinione, ma una luce intensa e liberante sul destino ultimo di ogni vicenda umana proprio in questa certezza della divinità di Cristo, unico Salvatore dell’uomo, di ogni pur fragilissima creatura.
La seconda questione riguarda la durata, la dignità e il senso della vita umana, comunque questa si trovi e si configuri, spesso come vicenda di fragilità impensata eppure reale, inquietando allo stesso modo il cuore pensante della persona umana.
La vicenda del nostro carissimo Gianni, della sua condizione di stato vegetativo per 15 anni ha profondamente toccato tutti, a cominciare dalla sua famiglia, ma anche l’intera società.
Sappiamo di fatto come è stata affrontata e vissuta, sappiamo che proprio questo modo ha fatto comprendere che cos’è davvero, meglio chi è davvero, oltre ogni apparenza contraria, la persona umana.
Ascoltiamo il grido del salmo: “Che cos’è l’uomo perché te ne curi, perché te ne dia pensiero ?”
Ogni vicenda umana ci interroga acutamente.
Come la fede in Cristo figlio del Dio vivente, anche la persona umana non è una opinione o un libero pensiero, ma immagine del Dio vivente, inviolabile e insopprimibile in qualunque momento o condizione si trovi.
Chi riconosce il Salvatore, iscrive nella storia il perno fondamentale di tutta l’organizzazione terrena, sociale, culturale, istituzionale, normativa, e che di fatto e di diritto si riconosce in ogni creatura umana come tale.
Anche questa è salvezza, doverosa.
E noi sappiamo che il cardine fondamentale di una società veramente umana sta nel rispetto della dignità di ogni vita umana.
Celebriamo perché credenti in Cristo, celebriamo per essere testimoni e lievito di umanità sempre.
La vicenda di Gianni e di chi gli ha voluto e tuttora gli vuole bene riconosciamo che è stata e resta vicenda esemplare.
Per questo ringraziamo, facendo eucaristia, vero e pieno rendimento di grazie!
+ Luigi Stucchi

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