VEDOVA, E POI ?

UNA GRAZIA INATTESA

22 settembre 2020

L’esperienza umana di tutti noi e in particolare l’esperienza dell’esercizio del ministero in mezzo alla gente delle nostre comunità mi ha messo moltissime volte nella condizione di poter comprendere meglio la situazione che si viene a creare dopo la morte del proprio coniuge nella famiglia, ma anche e più specificamente nella vicenda umana, affettiva, sociale della sposa che si trova di conseguenza in uno stato che non ha scelto.

Spesso anche in uno stato che per essere riequilibrato ha bisogno di una rilettura complessiva della propria vicenda, dentro il dolore, gli enigmi di fondo, le domande del giorno dopo giorno, il riordino delle priorità, per colmare un vuoto che non si sanerà.

A volte anche per trovare risorse e/o focalizzare meglio le motivazioni per portare con serenità i pesi che restano.

La domanda è “Vedova, e poi?”

C’è chi si affida a nuovi legami, che appaiono promettenti, ma non sanano la ferita.
C’è chi tira avanti con fatica e con dignità, custodendo nel silenzio ogni problema e sofferenza.
C’è chi rischia depressioni e confusioni e per non restare in solitudine cerca forme di comunicazione e di confronto nuove.

Ed ecco però anche una scoperta diversa, un’intuizione non immaginata, eppure ti dilata il cuore, ti offre nuovi orizzonti, ti apre a nuove relazioni nella comunità cristiana e/o nel sociale, non trascurando figli e nipoti, di generazione in generazione.

Il dolore può presentare e generare una nuova fecondità, può favorire un capovolgimento di mentalità.

Addirittura può andare alla radice della stessa unione sponsale, iniziata col sacramento del matrimonio, fino a riscoprire e conoscere più profondamente il mistero dello sposo della chiesa che è Cristo, da cui prende forma la stessa figura dello sposo terreno in rapporto a Cristo, come segno di Cristo, per cui si può andare oltre lo sposo terreno per ritrovarlo in Cristo facendo della propria vita un dono a Cristo per sempre.

Questa sequenza potrebbe sembrare solo una incomprensibile ripetizione di nomi, ma se ben compresa può donare un altro passaggio positivo fino a voler donare la propria vita di vedova a Cristo, arricchendola di grazia e di luce, di speranza e di certezza.

Così, per la vedova Cristiana si apre una nuova esperienza come una benedizione, una consacrazione : ecco l’Ordo Viduarum Ambrosianus.

Diverse persone rasserenate e convincenti vivono come chiamata del Signore il tempo che verrà loro ancora donato.

† Luigi Stucchi

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