DALLA PARTE DI WILLY

o COME WILLY ?

14 settembre 2020

Certamente nessuna mamma vorrebbe un proprio figlio trattato come Willy. Certamente ancora nessuna mamma vorrebbe un proprio figlio colpevole di quanto accaduto contro Willy o anche solo sospettato di esserne in qualche misura responsabile.

Certamente ! Eppure invece abbiamo, non solo in questo caso drammatico ed emblematico, ma in tante altre situazioni simili o riconducibili a drammi di questo tipo, mamme che piangono, mamme che soffrono, mamme che si interrogano, mamme che devono fare i conti con la giustizia, con la potenza dei media, con l’esigenza della verità, col tumulto di sentimenti complessi e contrapposti.

Mamme e non solo mamme, papà, famiglie, comunità.

Le domande in merito faticano ad aver risposte, certezze, chiarezze, anche sui fatti stessi, non solo tra opinioni.

Mi permetto, pur nel rispetto di tutti, di far emergere una domanda, non per dare un giudizio, ma per interrogarci fino in fondo.

Sentiamo solo di essere dalla parte di Willy o addirittura di essere come Willy ?

Dalla parte di Willy per dire dalla parte di chi è stato barbaramente colpito, è doveroso esserlo, perché dalla parte dell’innocenza, ma essere come Willy comporta ed esige un passo in più, molto in più, perché essere come lui significa essere limpido, con lo spirito delle beatitudini, della non violenza, quasi come chi vive con una vita già donata con freschezza, semplicità, umiltà, cioè con sentimenti, atteggiamenti e criteri di vita che non sono oggi nel clima dominante culturalmente particolarmente apprezzati e sostenuti.

Eppure proprio per superare il clima di violenza, la spregiudicatezza nei confronti della vita, la stupidità e banalità di tante reazioni che poi risultano fatali e irrimediabili, bisognerebbe proprio diventare sempre più come Willy.

Eppure Willy non può restare solo un simbolo per pochi, ma fermento e lievito che cambia radicalmente il mondo, il costume, le proposte e le dinamiche educative, la chiarezza di dire si quando è si e no quando è no, il coraggio di proposte formative integrali che custodiscono l’umano in tutte le sue dimensioni.

Già la parola del Vangelo di Gesù avverte che “vi mando come agnelli in mezzo ai lupi” e quindi essere come Willy è già rischioso al solo metterlo in conto.

Non pretendo tanto, ma suggerisco ai miei pazienti e attenti lettori di provare a portare questa stessa domanda in famiglia, coi propri figli e anche in altri luoghi di incontro.

Proviamoci altrimenti tutto torna o resta come prima.

† Luigi Stucchi

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