PERCHÉ NON COLPIRE UN SIMBOLO!

2 agosto 2020

Quando viene colpito un simbolo, molti commentano parlando di una bravata, minimizzando quindi l’accaduto e minimizzando anche la responsabilità di chi può aver compiuto un gesto vandalico.

Ma colpire un simbolo è assai di più di un gesto vandalico, è un insulto alla ragionevolezza stessa della nostra responsabilità.
È perdita e rifiuto di significati fondamentali per la vita, in modo particolare se si colpisce direttamente il segno concreto, l’immagine viva e chiara della vita stessa, che è, che c’è, è viva, è vita.

Non sto giocando tra verbi e sostantivi ripetuti o accostati, sto cercando la radice stessa della democrazia, dentro la storia di un popolo concreto, dentro la vita della gente comune, dove però nessuno è anonimo, nessuno è solo un numero, un dato statistico…

I processi della vita che ora noi possiamo conoscere e fotografare dal vivo, fin dal suo primo istante, dal suo primo esserci, sono alla base e dicono lo spessore autentico della vita democratica.
Il suo cardine sta proprio nell’esserci, cioè nell’esistenza di un nuovo soggetto nel grembo materno.
Colpire questa realtà umana e tutto quello che la indica, la mostra, la fa conoscere, sia pure in una immagine, è colpire la vita stessa.

Quando svolgevo il mio ministero alla direzione del giornale “Il Resegone” a Lecco, ho pubblicato foto con immagine di un bimbo nel grembo materno, chiarissimamente immagine riconoscibile con certezza indiscussa che si tratta non di una cosa, ma di un essere umano vero e proprio, uno di noi, portatore di diritti inalienabili e fondamentali, cardine appunto della stessa democrazia, la reazione di chi era favorevole all’aborto è stata e ha continuato ad essere per anni una reazione verbalmente violentissima a sostegno di azioni concrete contro la vita di un essere umano vero e reale.

 

Chi in questi giorni ha imbrattato e macchiato con frasi offensive la stessa immagine che chiede che la vita non venga violata, ma custodita, difesa, rispettata, salvata, fatta vivere, non ha fatto solo una bravata, ma ha colpito al cuore la vita stessa e il lavoro impegnativo di chi, anche attraverso questa immagine, vuole tutelare e promuovere la vita di tutti, grazie all’opera del Movimento per la vita e Centro di aiuto alla vita di Tradate.
L’ultimo episodio è capitato infatti in questa città.

Chi tocca un simbolo della vita calpesta la realtà stessa della vita e di chi la vuole promuovere e indebolisce la stessa democrazia intaccandola e contraddicendola nel suo stesso fondamento che è appunto la vita fin dal grembo materno.

† Luigi Stucchi

 

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